sabato 1 dicembre 2012

Dal Corriere: "Per il nobel Heckman le differenze di classe emergono già a tre anni d'età"
Alcuni spunti interessanti:
-Più si studia più si guadagna. Per l'Italia ogni anno di studio in più conferisce in media tra il 4% e il 6% di reddito supplementare, dunque una laurea produce un 25% o 30% di guadagno in più all'anno rispetto a un diploma di maturità.
-Heckman ha condottto test su campioni di bambini di tre anni per misurare la capacità di attenzione, di esprimersi e capire o di apprendere dall'esperienza: i figli dei laureati hanno un punteggio pari a 100; i figli di chi ha iniziato ma non ha finito l'università ha un punteggio a 50, quelli di chi ha fatto le superiori è a 30 e i figli di chi non ha finito o non ha iniziato le superiori è tra 10 e 20.
-I figli di genitori che vivono di sussidi sociali ascoltano poco più di 600 parole all’ora, mentre i figli di genitori professionisti oltre 2000. I primi hanno un vocabolario di circa 200 parole i secondi di circa 800 ( a 3 anni di età).
-Heckman ha seguito  gli stessi bambini fino alla maggiore età e si è accorto che le distanze già presenti a tre anni restano e semmai aumentano .Nei giovani adulti avremo più capacità di concentrazione e di motivazione, più capacità di interagire e convincere, più tenacia, più salute, più produttività. Alla lunga :più ricchezza.
Per questo Heckman propone ai governi di investire il più possibile nella cura e istruzione dei bambini nei primissimi anni. Heckman parla di “pre-distribuzione” delle risorse pubbliche, più utile della “re-distribuzione”fatta quando le distanze si sono già allargate e rimediare diventa più difficile e costoso. (Da un articolo di Federico Fubini del 18 novembre 2012).

Di fronte a tutto ciò le nostre scuole per l’infanzia accolgono 28 bambini per classe con una maestra che spesso ha un curriculum di studi e professionale al limite della tollerabilità !


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In questo video riprendo il discorso sui premi e le punizioni, cercando di considerare quante e quali è opportuno dare.


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martedì 27 novembre 2012

NON DIMENTICAR LE TUE PAURE

I vecchi non han memoria
quando raccontan la loro storia
ed adorano il passato
più che vero, immaginato.
“La mia infanzia era perfetta,
conoscevo Pigafetta!”
“…e la mia era incantata,
ero amica di una fata!”

Non avete più il ricordo
di quant’era duro e sordo
quel dolor che vi prendeva
al calare della sera?
Quella specie di sussulto
e nel cuore quel tumulto
quando restavate soli
senza i vostri genitori?

Era un mondo di paura,
e di questo son sicura;
mille mostri dappertutto
e non so chi sia più brutto:
chi balzava dall’armadio
chi sporgeva dalla radiao
uno appeso sul soffitto
l’altro sulla porta ritto.
E tu povero bambino
Con la schiena all’angolino
tu pensavi fosse vero,
di trovarti in un maniero
senz’avere via d’uscita
ormai più nella tua vita.
Passeranno questi anni
sembrerai un barbagianni…

Or sei nonno e ordini: “A letto!
Tu che sei ormai un ometto
Puoi dormire a luce spenta
Che c’è più che ti spaventa?”

Si dirige al suo lettino
mogio mogio il nipotino…
Proviamo a parlare di premie punizioni e a cercare di capire se servono oppure no. E, se servono, come darli in modo che funzionino.







martedì 20 novembre 2012

Su Corriere della Sera di oggi è stata pubblicata una lettera dell'Istituti Negri a firma Bonati e Garattini dove si sollecita la creazione del "Garante per l'Infanzia" da parte del Comune di Milano.
Cito testualmente un passaggio:"...In una realtà cittadina dove il 18,6 % abbandona la scuola prima dei 16 anni di età, dove la zona con più minori(Quarto Oggiaro) è anche il più solerte fornitore di ...
ospiti per il Beccaria, dove asma e allergie tra i bambini sono in aumento, dove gli angoli con i giochi contendono gli spazi a quelli recintati per i cani...Ecco dopo il garante per i disabili, quello degli animali e quello dei detenuti, Milano istituisca quello dell'infanzia; non d'immagine, ma di efficace authority".
Mi pare che sia una richiesta da appoggiare senza esitazione.
 
 

lunedì 12 novembre 2012

LA PAURA E' DAPPERTUTTO

Dove nasce la paura?
Per Bernardo è nel cantuccio
dove vive un'avventura
che gli provoca un gran cruccio.
Per Marianna è nella testa
quando pensa con terrore
chi invitar alla sua festa
mentre passano le ore.
...

Questo è proprio un gran bel guaio:
la paura è nel solaio
se la mamma ti ci manda
a cercare la zia Wanda,
ma può essere in cantina
se ci cerchi la zia Gina.

E' l'aspetto molto brutto:
la paura è dappertutto.
E se cerchi di sfuggirla
tu puoi correr mille miglia:
al traguardo sarà là
che ti aspetta in falpalà.

Non so di chi sia, ma mi pare molto carina.
Ne ho altre due o tre che metterò in futuro e che riguardano la paura. Così introducono un argomento che vorrei proporre in un prossimo video.

martedì 6 novembre 2012

In questa clip provo a riflettere sul fatto che il dare le regole sia piuttosto difficile!









Sul Coriere della sera di sabato 3 novembre viene dedicata mezza pagina alla notizia che all'Uiniversità di Chicago una psicologa, Sian Beilock, ha dimostrato, attraverso una serie di risonanze magnetiche, che accingersi ad affrontare compiti matematici per molti, anche se non si tratta di persone tendenzialmente ansiose, è fonte di vero dolore fisico!
Per fortuna la situazione tende ad attenuars...

i e a scomparire durante l'esecuzione del lavoro (viene da pensare che ciò avvenga se si è in grado di eseguire il compito).
Il lavoro della Beilock ha fatto emergere due elementi : l'ansia da metematica può emergere sin dai primi anni di scuola (e quindi è importante comprenderla). Secondo: l'ansietà dei bambini spesso viene tramessa dagli insegnanti (ahimè).
Con questa ricerca si tocca un tasto che, soprattutto per la scuola italiana, è particolarmente dolente:il cattivo insegnamento della matematica. Che va associato, mi pare, anche ad un modo di pen...sare molto comune che ritiene che, per la matematica, si sia "portati" oppure no: è un dato"genetico". Quanti ragazzi affermano "Non sono portato per la matematica", come se si dovesse avere delle doti particolari (una specie di capacità alla Leonardo da Vinci) per eseguire calcoli delle elementari o delle medie.
Tornando alla notizia del Corriere: pensiamo un po' a quanto soffrono bambini che presentano difficoltà di calcolo (non necessariamente discalculici per i quali si rimanda all'altro scritto"La discalculia esiste?") ! E, come ha indicato la ricerca americana, si deve parlare proprio di "dolore fisico".
La ricerca americana indica che piuttosto che dare un sacco di compiti ed esercizi a casa, sia molto più importante aiutare gli studenti facendo in modo che gli argomenti risultino meno complicati e quindi più accessibili.
Quanti di noi hanno ricordi amari dei compiti di matematica!
Possiamo proprio dire "dolorosi"

venerdì 26 ottobre 2012

Ecco un primo filmato ( al quale dovrebbero seguirne parecchi altri) nel quale comincio ad affrontare i temi dell'educazione e del rapporto con i figli.
L'ho chiamato "Parent Help" perchè è uno degli strumenti che vorrei utilizzare all'interno di un progetto più ampio che si chiamerà appunto "Parent Help" col quale vorrei creare una rete di aiuto/ consulenza/training per i genitori, utilizzando anche le potenzialità di internet e quindi la comunicazione a distanza.
In questo primo filamto affronto la questione del perchè sia difficile valutarsi come genitori.

venerdì 19 ottobre 2012

Siamo tutti psicologi ! ?    

Sul ‘Corriere della Sera’ del 17 ottobre, un lettore, firmatosi “Un papà separato” si lamentava del fatto che, pur avendo tenuto un comportamento  molto attento ed equilibrato al momento della separazione (sia lui che la ex moglie),la maestra d’asilo della figlia aveva insistito per un anno perché mandassero la bimba in un centro di psicomotricità per farle “superare il trauma”. La maestra (che ci tiene molto a farsi chiamare dottoressa) sosteneva che c’era un forte rischio di creare nella bimba “forti squilibri … anche a livello di linguaggio”.
A parte il fatto che il genitore ha poi scoperto che la maestra era contitolare del centro di psicomotricità, ma qui la cosa che mi ha sollecitato a scrivere è che per l’ennesima volta qualcuno “fa lo psicologo”.
“Sono un po’ psicologo/a” è una frase che si sente dire spessissimo ( soprattutto alla presenza di noi psicologi); ma se ci si pensa bene è una frase che è usata solamente in riferimento a questa professione. Nessuno direbbe mai “Sono un po’ ingegnere” oppure “ Sono un po’ commercialista”. Mentre per la professione di psicologo tantissime persone ritengono che l’attività dello psicologo consista nel capire gli
altri (?) o qualcosa di simile. L’immagine che ancora oggi si ha della psicologia è estremamente debole e fuorviante: “E’ uno strizzacervelli!” (confondendo evidentemente con la figura dello psichiatra !).
Qualcuno, quando sente che sei uno psicologo esclama “Oddio, adesso non mi psicanalizzare!”
In compenso le facoltà di psicologia sfornano ogni anno un numero impressionante di psicologi i quali, spesso, a causa dell’inflazione di psicologi in Italia, non vanno a fare gli psicologi, ma una qualunque altra attività!
“Siamo tutti psicologi” (almeno un po’), ma anche molto strani!

mercoledì 17 ottobre 2012

La discalculia esiste?
E' stato reso noto un documento redatto dalle due magigori associazione sullo studio dei disturbi di apprendimento (AID - Associazione Italiana Dislessia e AIRIPA - Associazione Italiana Ricerche e Interventi nelle Patologie dell'Apprendimento) nel quale se concorda alcune linee essenziali per la diagnosi della discalculia.
Sembrerebbe strano che si diano queste indicazioni oggi, quando alle spalle c'è una legge (legge 170/2010) che riconosce la discalculia come uno dei Disturbi Specifici di Apprendimento.
Ma in effetti la legge ha inserito sotto lo stesso nome problematiche dell'apprendimento che sono piuttosto differenti l'uno dall'altro (ad es. la disgrafia ha ben poco a che vedere con la disortografia, ecc.). Nel particolare la discalculia pone importanti dilemmi per la sua diagnosi: sembra che i discalculici veramente tali siano una percentuale piccolissima.
E allora tutti i bambini e i ragazzi che vanno male in matematica (e sono tantissimi)? Forse si tratta di 'cattivo apprendimento' del calcolo. E forse anche di 'cattivo insegnamento' (ahimè!).


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giovedì 11 ottobre 2012

I figli

Si sono appropriati di ogni nostro gesto,
hanno gli stessi occhi, la stessa inclinazione a contar storie
magari un riso somigliante, soffrono come noi dell'ingiustizia.
Vivono in un mondo di case rimpicciolite,
castelli spaziosi ed alte torri,
cisrcondati da fantasmi con nomi misteriosi.
Parlano una segreta lingua di uccelli e burattini,
in genere ci ignorano.
La nostra vendetta consiste nel guidare le loro vite
e obbligarli a copiare segrete frustrazioni,
ma ogni notte, liberi, ci uccidono nei sogni.
Inoltre si ammalano pure, e hanno anche bisogno di noi.
Ci conquistano con piccole parole
e praticano la magia tenacemente.
Eppure, niente potrà impedire
che sui loro corpi il dolore si accanisca,
che commettano errori e che crescano.

Horatio Salas